20 Mar 2017

Che primavera è senza una filastrocca?


Arriva la primavera: iniziano a sbocciare i primi fiori, l’aria si fa più tiepida e profumata, diventa più piacevole trascorrere del tempo all’aperto.

Queste sono le immagini più ricorrenti quando si pensa all’arrivo della bella stagione: a celebrarle vi sono numerosi detti e filastrocche, che ci raccontano con allegria questo colorato periodo dell’anno.

 

L’origine delle filastrocche nella cultura popolare

 

Molte delle filastrocche e dei modi di dire che utilizziamo oggi hanno origini molto antiche, radicate nella tradizione della cultura popolare e tramandate fino a non molto tempo fa oralmente. Se oggi infatti raccontiamo queste divertenti cantilene in lingua italiana, ciò sicuramente non avveniva ai tempi in cui furono ideate: la lingua utilizzata era quella locale, il dialetto, poi riadattata col passare degli anni nei racconti dei nonni ai nipotini, arrivando alle espressioni che tuttora conosciamo.

 

Una rondine non fa primavera

 

Uno dei più celebri detti recitati quando si attende la primavera, per esempio, ha addirittura origini latine: allora si diceva una hirundo non facit ver, arrivata fino ai giorni nostri sotto la forma di “Una rondine non fa primavera”. Così come molti modi di dire, anche questo in realtà deve essere interpretato con un significato più ampio di quello immediatamente percepibile; è vero che quando si vede una sola rondine non vuol dire che sia arrivata la primavera, visto che in questa stagione questo tipo di volatile si muove in grandi stormi. Ma il significato antico e tuttora valido di questo proverbio vuole essere una sorta di monito, per ricordare che da un evento isolato non si possono trarre immediatamente conclusioni.

Questo e molti altri i detti e le filastrocche dedicati alla primavera, che talvolta racchiudono anche un significato profondo da scoprire o un insegnamento. Altre volte, invece, queste narrazioni rappresentano solamente delle cantilene improvvisate per divertire i più piccini o per far spuntare un sorriso alle persone con cui si trascorre del tempo insieme. Le filastrocche derivanti dalla tradizione popolare solitamente non riportano l’autore, spesso perché dimenticato negli anni, oppure perché queste composizioni si sono articolate e trasformate nel corso degli anni.

 

Le più belle filastrocche sulla primavera

 

Sulla primavera, però, hanno scritto anche poeti e narratori illustri, lasciandosi ispirare dalle immagini tipiche di questa stagione o prendendo spunto dai detti e dai racconti antichi. Ecco per voi alcune delle filastrocche primaverili più allegre e spensierate, da raccontare per gioire insieme dell’arrivo della bella stagione.

 

Filastrocca di primavera

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,

più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.

O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.

Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo. 

(G. Rodari)

 

 

Primavera

Da i verdi umidi margini
La violetta odora,
il mandorlo s’infiora
trillan gli uccelli a vol.


(G. Carducci)

 

 

Primavera

Ecco, ecco che è arrivata

primavera scapigliata,

primavera bella, bella,

primavera pazzerella,

con il sole, con le viole,

con i gridi dentro i nidi.

Son fioriti i biancospini,

nasceranno i rondinini,

danzeranno i loro balli

le farfalle bianche e gialle. 

(L. Galli) 

 

 

La violetta

Quanto è graziosa la violetta,
sta nei cespugli sola soletta.
Porta l’annunzio: è primavera,
festa di fiori da mane a sera.
Sui verdi prati ci divertiamo,
e l’aria pura noi respiriamo.

(F. Cardenti)

 

 

Canzonetta di primavera

Se vuoi sentir cantar la primavera,

fanciullo, va nel prato e chiudi gli occhi.

Verranno i grilli al calar della sera:

terran concerto insieme coi ranocchi.

Tra i fili d'erba terranno concerto

in mezzo al prato, sotto il cielo aperto.

Se primavera vuoi sentir cantare,

ad occhi chiusi resta ad ascoltare. 

(M. Castoldi)

 

 

 

Se primavera vuoi sentir cantare, ad occhi chiusi resta ad ascoltare